lunedì 13 febbraio 2017

Ritorno alla vita

Qualche tempo fa qualcuno ha scritto che non avrebbe più festeggiato il giorno della sua nascita, ma lo avrebbe festeggiato il  giorno della sua rinascita, cioè il giorno dell'intervento DBS. Sul momento quando l'ho letto ho pensato fosse una cosa esagerata, ora capisco perfettamente cosa intendeva dire.
La rinascita, il ritorno alla vita.
Un mese fa avevo 100 anni, oggi ne ho meno della metà.
Purtroppo, quasi tutti,  per arrivare a capire questo, prima devi stare male, devi arrivare a toccare il fondo, devi soffrire.
Solo ora capisco e mi rendo conto di quanto sia stato duro e difficile l'ultimo anno.

Ritorno alla vita, nemmeno minimamente potevo immaginare cosa significasse e come ci si potesse sentire, e solo ora, riesco ad emozionarmi guardando la neve che scende, riesco ad essere felice per una passeggiata, e riesco a gioire perché ora il cibo ha un sapore. Tutto è talmente cambiato che lo devi vivere, non puoi descriverlo.

Quando si supera una malattia, qualunque essa sia, anche solo una banale influenza, si ha un momento di beatitudine, ricominci a star bene il tuo corpo riprende le sue normali funzioni e tu sei felice...purtroppo normalmente questa situazione dura poco e quasi tutti ritorniamo alla normalità, a lamentarsi del traffico, del lavoro e di tutte le piccole banalità giornaliere. È inevitabile.

Ora sia chiaro, sono perfettamente conscia di non essere guarita, ma spero di riuscire a vivere e godere di questo momento il più possibile.

Ieri sono uscita e ho fatto cose che non facevo da mesi, senza sentirmi esausta come negli ultimi anni, senza pensare ai medicamenti da prendere, a cosa e a quando potevo mangiare per evitare di entrare in conflitto con la L-dopa che comunque indipendentemente da tutto fa quello che vuole.

Mi sono sentita libera, come togliermi un cappotto pesante in piena estate, libera da questa prigione chiamata parkinson, libera di poter ricominciare a vivere, e vi assicuro che è una sensazione magnifica. Dovesse durare una settimana o un mese...mi incazzerei come una biscia...ma ne sarebbe comunque valsa la pena.

Un po' di dati per chi me lo chiede:

oggi 13 febbraio 2017 é il 18° giorno dalla DBS
vedo un miglioramento generale, è come si il mio corpo avesse ripreso le sue normali funzioni...voce, portamento, sguardo, stanchezza, vescica, appetito, digestione.
medicamenti: 1/2 madopar 125 al mattino
off: nessuno
distonie: nessuna
tremori: nessuno
discinesie: quasi niente...un po' di movimenti involontari alle gambe di notte
rigidità: leggera
umore: buono
dormire: invariato
dolori alle gambe: invariato però ora so cos'è (Small fiber neuropathy) neuropatia delle piccole fibre, è emerso sa una ricerca alla quale mi avevano richiesto di partecipare per scoprire se si può diagnosticare il pk da un prelievo di tessuto cutaneo.

L'unica cosa che è "peggiorata" è l'equilibrio e un po' di problemi nel camminare, mi spiego meglio, il mio passo è lungo e fluido solo che io ci devo pensare e concentrarmi su quello che sto facendo altrimenti non mi riesce. Questa è un "effetto collaterale" della DBS, che con la riabilitazione dovrebbe scomparire, il medico dice che il cervello deve reimparare come camminare.

L'ho già detto ma lo voglio ripetere, non sarei mai riuscita ad affrontare questa avventura senza l'appoggio delle moltissime persone che mi hanno sostenuto. I primi sono ovviamente la mia famiglia poi gli amici ma soprattutto il grande sostegno mi ègli amici park che non mi hanno lasciata sola nemmeno un minuto...ho ricevuto centinaia di incoraggiamenti e sostegni anche da persone mai incontrate prima che mi ringraziavano per averli resi partecipi al mio percorso. Grazie a tutti!
Mi piacerebbe un giorno riportarli tutti, per il momento pubblico questo che è l'ultimo in ordine cronologico e che riassume il tutto alla perfezione...grazie!

"È stata una grande emozione vederti sabato.... Ti immaginavo ma vedere con occhi questo miracolo non è la stessa cosa! Ne è valsa davvero la pena,  tanti dubbi,  incertezze,  ripensamenti,  disagi,  sofferenza, ma il risultato è davvero strabiliante.  Hai creduto in questa possibilità ed hai avuto pienamente ragione ❤"






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lunedì 6 febbraio 2017

Una settimana senza medicamenti

Lunedì scorso  ho preso la mia ultima dose di L-Dopa.
È passata una settimana,.
In questa settimana il mio umore è stato molto altalenante poi, qualcuno mi ha fatto notare che interrompere di colpo la L-Dopa, poteva essere difficile da sopportare per il mio stato psicofisico.
Infatti così é stato sopratutto i primi giorni quando nella mia mente è passato di tutto. Ora la mia mente e il mio corpo sono puliti e lo sento, lo percepisco chiaramente.

I primi giorni si ha quello che viene chiamato "effetto lesione", cioè un effetto benefico dovuto alla lesione provocata dall'inserimento degli elettrodi...poi la cosa  si sistema e lì ho avuto un leggero peggioramento (un po' più di rigidità) ma niente a che vedere  con prima. Non ho più quegli spettacolari momenti di on...quando senti che la dopamina è arrivata al cervello e scatti come una molla impazzita ma non ho più nemmeno avuto un off. Il mio piede destro è finalmente fermo, niente più dolorose distonie nè discinesie e nemmeno quella tensione alle mani e ai piedi che percepisci costantemente. Tutto questo ha un che di miracoloso.

Una settimana senza medicamenti, fino a pochi giorni fa sarebbe stato impensabile anche solo sognarlo. La mia vita era regolata, comandata dai medicamenti. Tutto girava intorno a loro, anche se spesso e  volontieri non funzionavano, non potevo farne a meno.

Chi mi ha visto, mi ha detto che la mia serenità è palpabile ed è vero. Sono felice.
Quando si parla di rinascita è vero, so che ho questa fantastica opportunità e voglio godermela il più possibile, spero di riuscire a godere di ogni minuto di questa nuova vita. Alcuni dicono sono tornati ad essere come erano prima della diagnosi, per me non è così, io il parkinson lo sento anche se in questo momento è nascosto sotto la cenere so che è lì come in agguato e si fa sentire, poco ma si fa sentire.... il mio passo è un po' più faticoso anche se fluido, sento la gamba un po' più pesante dell'altra, a volte mi cadono le cose dalle mani e ho un po' di difficoltà di equilibrio, ma sono davvero delle piccolezze.

So per certo che finché non sarò a casa e avrò ripreso la routine quotidiana, difficilmente potrò fare un bilancio realistico.

Certe abitudini, poi, sono dure a morire.
Vivo ancora con la paura di un off.
Non sono ancora riuscita a a togliere i medicamenti dalla borsa, e quando esco ho il terrore di un blocco.

La stimolazione, sta andando molto lentamente, in quanto esattamente  come con i medicamenti ho una risposta molto forte, e ho subito distonie.
Ora qua il lavoro è finito, io ho in mano il telecomando dal quale posso alzare e abbassare gli elettrodi a mia descrizione. Mi hanno dato un range piuttosto altro nel quale posso agire, ma dovrò andarci con molta cautela.

Oggi  la neurologa che mi segue dopo il solito controllo neurologico mi dice:
Il suo cervello è stato a lungo sotto gli effetti della dopamina quindi è possibile che ora abbia delle difficoltà a collaborare, perciò abbiamo pensato di darle una dose minima di Sifrol...so che in passato le ha dato problemi, cosa era successo?

Io le dico che il Sifrol mi abbassava, già in dosi minime, la pressione e che comunque non ero d'accordo a prendere dopaminoagonisti.

Lei tenta di insistere, ma il mio parere resta fermo alla fine arriviamo all'accordo che prenderò 1/2 madopar al mattino e 1/2 la sera. Non sono molto d'accordo ma è giusto anche collaborare e ascoltarli...1 madopar al giorno non mi cambierà la vita se va bene, ok...se non va bene posso sempre toglierlo in qualsiasi momento.

In realtà io credo che vogliano che esca di qua stando bene...a qualsiasi prezzo, ma a me interrompere questo momento magico senza medicamenti, un po' mi scoccia. È un po' come tornare alla libertà dopo una lunga prigionia...una libertà tanto agognata quanto sofferta.

Quindo ok per il madopar no per i dopaminoagonisti!

giovedì 2 febbraio 2017

La mia storia

Mi hanno chiesto di scrivere la mia storia e cosa mi ha portato a scegliere la DBS.

2010 a 41 anni mi é stato diagnosticato il parkinson, la mia non é stata una storia travagliata della serie che ho dovuto girare centinaia di medici ospedali, sopportare grandi dottoroni che mi dicessero che ero stressata o depressa. No! Sono semplicemente andata a fare una visita neurologica e mi è stato detto: "penso sia parkinson ma per sicurezza chiediamo un altro parere il, e il secondo neurologo "confermo la diagnosi del mio collega". Ecco tutto qua!
Da circa 6 mesi avevo dolore alla spalla destra il braccio che rimaneva immobile quando camminavo, la mano a volte tremava ed ero sempre stanca, ma non è che cosa mi preoccupasse, pensavo fosse un problema muscolare, mai, per un secondo ho pensato ad altro.
Uscivo da un periodo molto difficile, molto doloroso per me e mi sono trovata ad affrontare due "lutti" contemporaneamente.
Quando mi è stata detta la diagnosi c'è mancato poco che non ridessi in faccia al neurologo, ho pensato: "questo è scemo...ma come pensa di dirmi una cosa così" poi a casa vai su internet digiti parkinson ed eccoli lì elencati per bene tutti i tuoi sintomi e allora comincia il panico. Io non conoscevo il parkinson, nessuna famigliarità sapevo quello che sanno tutti, e sono andata completamente in crisi.

I primi due anni lo sappiamo tutti sono i più duri, non fisicamente ma psicologicamente, gli amici, ti fanno "forse" un paio di telefonata e poi...spariscono. Io allora non ho fatto niente per trattenerli, volevo crogiolarmi nel mio dolore, volevo stare sola!
Poi ti accorgi che sei ancora vivo e che la vita va avanti non solo per gli altri ma pure per te e ricominci a vivere anche se con un peso sulle spalle non indifferente.
Fino al 5° anno non ho avuto molti problemi motori, avevo della rigidità ma tutto gestibili però avevo degli inspiegabili dolori alle gambe, dolori che sono apparsi il primo anno e non sono mai spariti, dolori terribili 24 h su 24, 7 giorni alla settimana, costanti, intensi, sfiancanti dolori neuropatici, un intenso bruciore che rendo "sopportabili" solo con gli oppiacei. Inspiegabili, perché nessuno a oggi ha saputo dire se sono legati al parkinson o meno, non reagiscono in alcun modo alla dopamina e al momento non sembra neppure alla DBS
il 5° anno ho avuto il mio primo off, me lo ricordo come se fosse ieri...era le seconda settimana di marzo ed ero al mare, stavo camminando e a un certo punto mi è assalita un profonda stanchezza e la difficoltà di andare avanti, non era ancora un off a regola d'arte, era il primo, col tempo gli off sono diventati sempre più frequenti e violenti, fino ad arrivare ad averli più volte al giorno e a  durare ore. Non avevo più nessun controllo sul mio corpo, non uscivo più di casa per paura che mi arrivasse un off, e rimanessi bloccata lì sul posto. I medicamenti funzionavano una volta si e due no, se li aumentavo avevo delle distonie dolorosissime e discinesie...non era più vita...

I medicamenti:

ho iniziato con i dopamino agonisti che per mia fortuna non hanno funzionato mi abbassavano tantissimo la pressione, dormivo tutto il giorno, quindi siamo andati diretti alla dopamina: il Madopar dosi basse perché mi portavano distonie... con l'arrivo degli off, siamo passati a: 100mg di Xadago,  325mg di Stalevo, 100 di madopar a rilascio veloce e 200mg di sinemet a rilascio graduato poi 1 antidepressivo, 12 goccie di Rivotrill per dormire, 1 o 2 Palexia (oppioide) per i dolori al giorno. Non sono grandi numeri, lo so...ma questo sopportava il mio corpo e lo sopportava anche male, non potevo alzare la L-Dopa nemmeno di un pochino senza effetti collaterali disastrosi.

Cosa mi ha portato alla DBS?

Io ho sempre saputo che sarei passata da qua, il mio neurologo (sostenitore della DBS), me ne ha parlato fin dall'inizio, come un qualcosa che prima o poi ci si arriva, devi solo decidere quando.
Mi ha portato alla DBS la voglia di vivere!
A un certo punti ti rendi conto che quella che hai non è più una vita che merita di essere vissuta, avevo perso l'indipendenza la voglia di uscire ero apatica e passavo le giornate sul divano, depressa cercando piccoli momenti di vita intensa che mi dessero l'impressione di essere ancora viva. Certo potevo ancora aspettare ma perché? Se potevo star meglio subito? Quando ho deciso lho detto al mio neurologo e non mi sono mai più guardata indietro.

Cosa mi aspetto?

Tutto e niente, sono giovane e la malattia non era troppo avanzata... quindi sapevo che avevo grosse possibilità che i problemi motori mi sarebbero passati, non credevo così velocemente mentre sapevo che i dolori alle gambe molto probabilmente sarebbero rimasti e così è andata.

Cosa ho notato i primi giorni e cosa hanno notato gli altri

Uscita dalla sala operatoria ho preso il telefono e accorgermi che usavo la tastiera senza problemi è stato entusiasmante. Da subito e che anche gli altri si sono accorti il grosso cambiamento è stato del cambiamento nel parlarle, molto più veloce, fluido non incespico più nelle parole, il portamento, le spalle sono tornate ad essere più aperte meno incurvate in avanti e a oggi 1 febbraio 2017 ore 17.00 6° giorno dall' intervento e 3° giorno senza medicamenti...non ho più avuto un off. Sono ancora un po' rigida ma abbiamo appena iniziato ad alzare gli elettrodi, cammino (non sono un velociraptor) ma i passi sono lunghi fluidi e regolari, utilizzo la tastiera del PC, tutto il giorno senza problemi, e faccio le mie cose senza difficoltà particolari. Al momento non posso dire di essere tornata come prima ma ho una situazione costante, cioè se prima passavo da 0 in off a 100 in on ora sono a 70 ma lo sono costantemente e tutto il giorno, le distonie e le discinesie sono sparite.

Che consigli darei allo staff della DBS?

Nessuno per me sono stati perfetti ma forse, sono di parte. Vorrei però che il paziente fosse trattato così tutto il tempo non solo in sala operatoria.  Abbiamo l'eccellenza come medici ma poi pecchiamo nelle "piccole cose". Sei la star al momento dellintervento ma sei un pezzente per tutto il resto del tempo. Ogni intervento ha la sua importanza, abbiamo bisogno di sentirci coccolati e rassicurati anche prima e dopo lintervento sono le piccole cose, le attenzioni che magari non ti aspetti o che non ti sono dovute che sono però  fanno la differenza!

articolo su: WeAreParky.org

https://weareparky.wordpress.com/2017/02/02/la-dbs-raccontata-da-francesca/